Giorgetti e Salvini sarebbero vicini alla rottura: i risultati delle prossime elezioni potrebbero segnare un punto di non ritorno per il futuro della Lega.
Il governo Draghi ha portato alla luce (e allo scontro) le due anime della Lega: una è quella di Matteo Salvini, l’altra è quella di Giorgetti. La prima è la Lega d’ispirazione nazionale, che cerca il consenso in tutto il Paese e che è orientata dalla stella del sovranismo. La seconda è una Lega più moderata e che vorrebbe tornare a rivolgersi al suo pubblico di riferimento, al Nord Italia.
Il testa a testa tra Giorgetti e Salvini per il futuro della Lega
In casa Lega si prefigura quello che molti definiscono un testa a testa tra Giorgetti e Salvini. Non ci sono dubbi che in casa Lega tutti guardano alle prossime elezioni. Se il Carroccio dovesse fallire, allora parlare di un avvicendamento ai vertici non sarebbe eresia. Anche perché nelle ultime settimane Salvini ha perso l’appoggio anche di alcuni dei suoi presidenti di Regione che hanno sconfessato la sua linea sul Green Pass sposando le decisioni del governo. Insomma, nella Lega prendere le distanze da Salvini non è più lesa maestà.
Un partito moderato e con uno spazio in Europa: la Lega di Giorgetti
Giorgetti, che in questi mesi di governo Draghi si è dimostrato in grado di dialogare con tutti, vuole prendere le distanze dal sovranismo. E lo ha dimostrato ad esempio sul Green Pass, tema spinoso sul quale si è mostrato decisamente più moderato a Matteo Salvini, spesso accusato di strizzare l’occhio a no vax e no Green Pass. Giorgetti vuole scrollarsi di dosso queste etichette e questi preconcetti. Non solo. Giorgetti non ha apprezzato neanche gli attacchi rivolti alla ministra Lamorgese, chiamata a gestire una situazione decisamente delicata e tutt’altro che semplice.
Insomma, Giorgetti vuole un partito in grado di scrollarsi di dosso le etichette che indicano la Lega come una forza politica che in qualche modo abbraccia gli estremismi. L’idea di Giorgetti è differente e forse più lungimirante. Vuole dare al partito una collocazione europea. E ovviamente il sovranismo rappresenta un ostacolo.
Tra le due idee di Lega cambiano anche gli alleati di riferimento. Per Matteo Salvini gli interlocutori sono Silvio Berlusconi e Giorgia Meloni. Lo scopo è quello di creare una Federazione di Centrodestra che possa portare anche Berlusconi al Quirinale. Invece Giorgetti guarda ad un’ala di Forza Italia e poi ai moderati. I possibili interlocutori rispondono al nome di Renzi e Calenda, ad esempio.